Visita al Centro Artistico sui Poster della Propaganda di Shanghai

Visitatori al Centro Artistico sui Poster della Propaganda

Un sabato diverso, in una città come Shanghai, può’ significare tanta cose, ma io, nell’afa umidiccia con cui l’Estate avvolge da secoli la Perla d’Oriente, ho deciso di fare un salto in uno di quei piccoli musei che sopravvive grazie alla passione del filantropo di turno: il Centro Artistico sui Poster della Propaganda.

Questa collezione è uno sguardo notevole sul XX secolo della storia della Cina. I manifesti sono un prezioso documento storico e servono a fornire un resoconto di un periodo fondamentale nella storia recente.

A partire dal 1949, Mao e il suo team si dedico, tra l’altro, al restaurò della memoria collettiva del popolo cinese. Si tratta di una saga eroica di innumerevoli vittorie (o presunte tali) oltre che alla lotta epocale contro il Capitalismo. Ancora, dietro le facce felici raggianti di questi manifesti, si possono percepire le vere ansie di vita e le difficoltà delle persone che questi manifesti pretendono di rappresentare.  Ognuno di questi poster è sia un opera d’arte che una visione sui fatti di quei tempi.

I manifesti di propaganda cinesi sono ricchi di contenuti e stili.

I primi manifesti avevano uno stile surreale e fumettista non lontano da quello della grande propaganda Europea della Seconda Guerra Mondiale, che già’ si avvaleva della grande stampa industriale. Con l’avvicinarsi della fine della Guerra di Corea, si può notare una maggiore influenza del Socialismo Reale con la figura del lavoratore idealizzata ed eroicizzata nel contesto delle Comuni.  Una nota interessante è l’influenza dei manifesti che si producevano a Shanghai negli anni ’30 (i famosi Calendar Girl) su alcuni di questi manifesti degli anni ‘50.  Tra il 1950 ed il 1960, con l’avvento del disastroso Grande Balzo in Avanti e della Guerra Fredda, la propaganda ha visto la creazione di alcune delle piu’ interessanti opere nell’ambito della pittura dell’arte popolare.

Scorcio del Museo

L’avvento della Rivoluzione Culturale porto’ all’uso esasperato del rosso insieme alle tematiche violente e militarista di un cambiamento repentino che certamente dà ai visitatori delle forti impressioni sullo stato d’animo del tempo. Quei manifesti rossi e neri in stile silografico, sono per lo più’ creati da gruppi di studenti delle scuole d’arte con potentissimi accenni alla ribellione in corso. Questi manifesti sono stati progettati non solo per soddisfare le istanze del governo, ma anche e soprattutto per essere accolti dalle masse. Nel tentativo di realizzare queste opere, molti artisti hanno raggiunto gli stati piu’ profondi dei loro stati d’animo dell’epoca, e così facendo sono stati in grado di produrre disegni di poster straordinari che ben colgono la natura indomita dello spirito umano, il potere della laboriosità sfrenata, e lo spirito dell’impennata di un popolo pieno di ottimismo. Alcuni di questi manifesti sono veramente unici, e brilleranno per sempre nella storia dell’arte cinese, indipendentemente dalle vicissitudini dell’immenso popolo cinese.

La copertina di un fumetto erotico degli anni ’30

Oggi la il percorso economico della Cina moderna verso la prosperità è ben definita, ma malgrado questo passaggio, sarebbe un errore dimenticare la storia recente di questo paese che, anche quando era chiuso nel suo guscio, influenzava politiche e pensieri dell’Occidente. Nella memoria di quel periodo storico importante, il Centro Artistico sui Poster della Propaganda è l’unico posto in Cina a poter offrire tutti questi manifesti. E’ bene sapere che la maggior parte dei manifesti sono stati distrutti a causa di diversi cambiamenti politici negli ultimi anni (oltre 5000 pezzi prodotti tra il 1949 e il 1979), per cui la loro è la collezione di punta nell’intero paese.

Yang Pei Ming, fondatore del Centro Artistico sui Poster della Propaganda

Il Centro Artistico sui Poster della Propaganda è stato fondato da Yang Pei Ming, che è un innamorato della poster art e la storia insolita. Yang Pei Ming ha iniziato a raccogliere manifesti fin dal 1995, quando tutte le organizzazioni governative hanno cancellato i materiali di propaganda a causa di motivi politici. Il museo è stato istituito nel 2002 in una sola stanza e gradualmente si e’ sviluppato in tre sale di 400 metri quadrati entro il 2010. Nel marzo 2012, il museo ha ottenuto la licenza ufficiale del governo. Il nome ufficiale in cinese è Shanghai Yang Pei Ming Museum Propaganda Poster Art. Ora il museo ha una collezione di oltre 6000 manifesti della propaganda cinese dal 1940 al 1990, con una collezione aggiunta di centinaia di manifesti delle donnine tipiche dei Calendari di Shanghai dal 1910 al 1940.

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