Il piu’ Grande Museo del Mondo Adesso e’ in Cina
Immaginate di essere alla guida di una nazione di circa 1.300.000.000 cittadini. Immaginate di avere trascorso trenta anni per diventare una super Potenza economica e vi siete arrampicati fino a diventare una tra le tre super potenze del mondo. A questo punto, vi rendete conto che un palazzone costruito nel 1959, denominato Museo Nazionale, giace lì al centro della Cina, in Piazza Tienanmen, senza che nessuno vada in realtà a visitarlo. Voi che fareste?
Sì, esatto. Proprio quello che hanno fatto qui.
Ci hanno lavorato per quattro anni e, a marzo del 2011 l’hanno aperto completamente rinnovato e per giunta con una mostra che, solo dal titolo, suona a dir poco provocatoria se si pensa, al luogo, alla nazione ospitante, alla tradizione: L’ARTE DELL’ILLUMINISMO EUROPEO. Perfetto!
Lu Zhang Shen, direttore generale del museo, dice che questa mostra consente alla Cina di comprendere ancora più da vicino il mondo che la circonda cosi come ri-abbracciare I propri valori culturali. Questo che adesso è di sicuro il più grande museo del mondo, occupa una superficie di 200.000 metri quadri, e la mostra in questione ne occupa 2.800 e durerà per un intero anno. Inoltre nel Museo, si può godere di un teatro per 712, un cinema per 264 posti, uno studio per produzioni e trasmissioni audio visive, studi per la ricerca e la conservazione di beni culturali, saloni per le feste e pranzi di gale, ristoranti con viste panoramiche.
Dietro questa mostra ci sono dei chiari intenti diplomatici, oltre che culturali. La mostra è stata portata qui dal Cancelliere Tedesco Merkel, in seguito ad un accordo diretto con il Presidente Cinese Hu Jintao.Quest’operazione sigilla ancora di più un patto di ferro tra Cina e Germania che si estende oramai ben al di la della oramai consolidate e vincente partnership che fa della Cina il più grande produttore di automobili del mondo.
Seguiranno a quest’operazione, altre inerenti scambi culturali tra le due nazioni.
La mostra, curata dalle autorità cinesi in collaborazione con I musei statali di Berlino, Monaco e Dresda, consta di 579 opere, strumenti scientifici e costumi.
La Cina è responsabile delle spese logistiche, di trasporto, di assicurazione, marketing, sicurezza e PR. Questa mega operazione diplomatica e di marketing, fu progettata agli inizi del 2000 e il trattato tra Germania e Cina fu firmato nel 2007 nel Grande Salone del Popolo, la casa del Parlamento cinese che si trova proprio di fronte al museo, e pii ancora in Germania nel 2009 presso la Cancelleria di Berlino tra il Primo Ministro Cinese Wen Jia Bao e la Merkel.
Alcuni dati su cui riflettere come Italiani, anche per capire come si progettano operazioni di questo tipo e come noi, puro avendo tutto per poter fare altrettanto, siamo invece presi da altre “priorità â€.
- Il Ministero degli Esteri Tedesco ha contribuito con 6.600.000 Euro.
- Il museo è stato disegnato dallo Studio Architetti GMP di Amburgo.
- La sponsor principale della operazione è la BMW.
- Stiftung Mercator, una delle più importanti Fondazioni private tedesche, organizzerà ’ seminari di esperti d’arte e mostre collaterali al costo di 1.500.000 euro.
- L’Istituto Goethe utilizzerà questo spazio per promuovere i propri programmi educativi.
[nggallery id=2]In due parole: SINERGIE VIRTUOSE. In inglese mi verrebbe da dire “a win-win situationâ€, che significa in pratica che, ma proprio tutte le parti, fino ai semplici cittadini, hanno qualcosa da guadagnare da tutto ciò.
Un’interessante nota a latere: Mr. Bischoff, uno dei curatori della mostra per il Museo di Dresda, alla domanda posta su quale fosse l’opera che racchiude tutto il senso di questa mega operazione diplomatico-culturale, ha risposto che si tratta senza dubbio del lavoro attribuito al filosofo Tedesco Johann Lips e che riproduce una siluetta di Voltaire, famoso filoso francese, che trasporta una lampada a olio che fa luce e illumina i suoi passi.
Secondo Lips, Voltaire illumina il cammino dei visitatori della mostra, ma è anche metafora dell’Illuminismo Europeo cosi come della rinascita della Cina Moderna. Ed il suo pari grado cinese, Chen Yu, uno dei curatori del Museo, confermò quanto affermato. Tutti gli aspetti trattati nell’Illuminismo Europeo sono affrontati a Pechino in diverse ali del Museo. Per questo, Watteau, Boucher, Canaletto, Piranesi, Hogarth e Goya godono di particolare attenzione. Alcune di queste opere senza dubbio appaiono un po’ esotiche all’interno di un museo cinese, ma l’obiettivo rimane comunque quello di aprire un dialogo culturale, perciò il tutto non stride all’occhio del visitatore. Le reciproche influenze culturali trattate nella mostra, contribuiscono a superare qualsiasi barriera mentale: le fabbriche di porcellana di Meissen, sulle sponde del fiume Elba di Dresda già copiavano la famosa arte cinese della lavorazione di questo materiale, esattamente come oggi i Cinesi copiano con cura l’elettronica raffinata prodotta in Germania. Voltaire vide nel Confucianesimo un’arma potente contro l’intolleranza religiosa tanto da avere appesa al muro del suo studio la figura di un famoso moralista cinese.
Il famoso principio confuciano del “non fare ad altri quello che non vorresti fosse fatto a te “ diventò uno dei capisaldi delle Dichiarazione dei Diritti Umani emanata da Robespierre durante la Rivoluzione Francese del 1789.
Insomma, una mostra da visitare, un museo da godere.